Il futuro dell’autotrasporto: dove conducono le normative

La logistica in Italia si presenta in crescita, nonostante le difficoltà che si sono dovute affrontare negli ultimi anni prima a causa della pandemia e della correlata crisi del chip, quindi a causa della crisi geopolitica.

Secondo i dati riportati dall’Osservatorio del Politecnico di Milano quest’anno ci sarebbe stato un incremento del fatturato del 2,8%.

Sebbene il 2021 abbia segnato un +4,7%, e sebbene ci sia stato un incremento dell’inflazione, è pur vero che i segnali paiono confortanti.

La logistica e l’autotrasporto rappresentano due settori particolarmente importanti per la nostra economia e anche le normative ad esso riferite tengono conto di questi aspetti.

Il regolamento EU 2020/1055, che è operativo dal 21 febbraio 2022, ha introdotto la riforma dell’autotrasporto nazionale già prevista nel Primo pacchetto mobilità.

Ecco che cosa comporta in termini pratici.

Le novità introdotte dal Regolamento UE 2020/1055

Le novità introdotte dal Regolamento UE 2020/1055 riguardano una serie di temi legati alla sicurezza stradale, alla tutela degli autotrasportatori e della libera e leale concorrenza.

In particolare:

  • Disciplinare i requisiti di accesso alla professione al fine di ottenere lavoratori sempre più professionali e di qualificare le aziende per le quali operano;
  • Aumentare il livello di sicurezza sia per l’autotrasportatore stesso sia per le altre persone che circolano sulle strade;
  • Contrastare il cabotaggio stradale permanente;
  • Favorire la concorrenza leale tra le ditte di autotrasporto parificando le normative in tutti i paesi dell’Unione Europea.

Accesso alla professione: cosa cambia

Gli aspetti più interessanti della normativa in relazione all’accesso alla professione riguardano il requisito dello “stabilimento”: si tratta di un requisito che riguarda le aziende che hanno intenzione di aprire un’attività di autotrasporto. Per poterlo fare, devono dimostrare di non essere una società di comodo ma di avere una vera e propria attività di trasporto.

La normativa ha introdotto l’obbligo di dimostrare la corrispondenza tra il fatturato dichiarato e il numero di veicoli e autisti, in modo da contrastare la subvenzione. Di fatto, attualmente la normativa è solo teorica perché manca una legge specifica che ne regoli l’applicazione.

Inoltre, con l’introduzione del regolamento, sono cambiati anche i termini che definiscono i requisiti di onorabilità, idoneità finanziaria e professionale, ma anche in questo caso la normativa italiana è ancora carente.

L’obbligo del rientro dei veicoli industriali

Il regolamento introduce anche l’obbligo di rientro dei mezzi pesanti nel paese dove ha sede l’azienda di appartenenza. Ciò avviene nel momento in cui il viaggio sia giunto all’ottava settimana consecutiva all’estero.

Questo è stato definito non solo per tutelare gli autotrasportatori che rimangono a lungo lontano da casa, anche per contrastare la concorrenza sleale.

Infatti, ci sono vettori che sfruttano il costo basso dei trasportatori e li inviano per tempi molto lunghi in missione all’estero: questo avviene prevalentemente nei paesi dell’Est, che hanno un costo della manodopera molto basso. Non per niente, sono proprio questi paesi che hanno portato contestazioni molto pesanti contro tale normativa.

Le regole sul cabotaggio stradale

Infine, un tema di particolare interesse riguarda il cabotaggio stradale. Il limite di tre viaggi alla settimana in un paese terzo per il trasporto internazionale è rimasto immutato, tuttavia, è stato introdotto il cosiddetto “periodo di raffreddamento”. Ciò significa che dopo i tre giorni lo stesso mezzo non può rientrare in quello stesso paese per i successivi quattro.

Sono però le regole interne di ogni paese a definire se la percorrenza all’interno di un trasporto intermodale compiuto da un mezzo con targa estera sia da considerare cabotaggio o meno. Inoltre, sempre per effetto del regolamento, le aziende interessate da cabotaggio devono indicare tempestivamente i tempi e le modalità del distacco utilizzando il portare UE predisposto appositamente per la registrazione de movimenti.

Guida con ADAS: la sicurezza garantita dalla tecnologia

Altre misure importanti relativamente alla sicurezza hanno riguardato l’introduzione degli ADAS obbligatori, che hanno migliorato le condizioni di viaggio degli autisti e hanno ridotto il rischio di distrazioni.

Dal 6 luglio 2022, infatti, è entrata in vigore la legge che aggiunge sistemi elettronici per migliorare la guida e tutelare sia gli autisti sia le altre persone che percorrono le strade.

Dalla stabilizzazione dei mezzi in curva (ESP Electronic Stability Programme) al monitoraggio della guida all’interno della corsia (LDWS Lane Departure Warning System), il controllo della guida è sempre più preciso ed efficace.

Nel corso del tempo, poi, ci saranno step successivi che porteranno all’introduzione di altri ADAS che miglioreranno ulteriormente la sicurezza.

Tutto ciò dimostra come il futuro dell’autotrasporto non può non tenere conto di una serie di tematiche legate alla tutela degli autotrasportatori, dell’incolumità di chi viaggia e persino dell’ecologia. Le ultime disposizioni di legge introdotte dalla UE, infatti, spingono anche verso minori emissioni di CO2 e migliori prestazioni aerodinamiche dei mezzi per ridurre gli sprechi energetici.

Le case produttrice sono chiamate a una importante sfida, offrendo mezzi sempre più efficienti, comodi e sicuri. DAF per prima, con la sua nuova gamma di mezzi pesanti ha dato una svolta al mercato fornendo veicoli con tutte le caratteristiche per assolvere a queste esigenze e con un design accattivante e piacevole.

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