La crisi del chip: i servizi di CGT Trucks per gestire i ritardi nelle consegne dei nuovi camion

Negli ultimi mesi ne abbiamo sentito parlare ampiamente: la crisi del chip sta influenzando in modo determinante il settore automotive e della logistica.

La crisi provocata dalla pandemia non solo ha influito sui consumi ma ha travolto interi settori, con risultati imprevedibili solo un anno e mezzo fa. I cambiamenti portati nelle abitudini di vita dalla pandemia si sono rapidamente trasformati in nuove esigenze e hanno impattato sui consumi.

L’incremento dell’uso di mezzi tecnologici, connessa per esempio allo smart working, ha provocato un sensibile aumento della richiesta di device, a cui le aziende produttrici non erano preparate. Ciò ha avuto conseguenze importanti, che si sono ribaltate anche su settori analoghi: è il caso della produzione dei semiconduttori, indispensabili per tutti i prodotti che ruotano attorno all’elettronica.

Pandemia e crisi del chip: come si sta evolvendo la situazione

Il settore dell’automotive e dei mezzi pesanti è stato probabilmente il primo a subire le conseguenze della crisi del chip, ma tutti i settori interessati dall’elettronica, dal mercato degli smartphone a quelli degli elettrodomestici, hanno subito uno stop nella produzione e un sensibile aumento dei prezzi.

Tuttavia, le cause che hanno portato a questa crisi sono numerose e complesse: se da un lato la crescita della domanda ha svolto un ruolo importante, è altrettanto vero che gran parte della produzione di semiconduttori è concentrata in un’area geografica specifica, ovvero quella asiatica, e, in particolare, dipenderebbe da poche aziende.

La sola Taiwan Semiconductor Manufaturing, secondo un articolo pubblicato su The Wall Street Journal, sarebbe in grado di influenzare l’intera produzione mondiale di semiconduttori, in quanto a livello mondiale detiene il 56% dei ricavi derivanti dalla produzione dei chip. Di fronte all’aumento della richiesta di semiconduttori e alle difficoltà nei trasporti causata dalla pandemia e dai diversi lockdown che si sono susseguiti nelle varie aree del mondo, il mercato asiatico è stato privilegiato, lasciando scoperte intere aree geografiche, in particolare gli Stati Uniti e l’Europa.

Sia gli States sia l’Unione Europea stanno lavorando alacremente per correre ai ripari e per aumentare la produzione interna.

Al di là della situazione contingente dovuta alla pandemia, è emerso come la concentrazione della produzione dei chip in mano asiatica sia un fenomeno particolarmente rischioso. Per questo l’Unione Europea ha previsto di incrementare la produzione al fine di riuscire a generare internamente entro il 2030 almeno il 20% dei semiconduttori necessari nel proprio territorio.

Per quanto riguarda la situazione attuale, le possibilità di uscire dalla crisi del chip sono ancora dipendenti dalla situazione contagi in particolare nell’area asiatica: sebbene si intravedano spiragli di ripresa, a fine maggio Taiwan ha avuto un nuovo picco di contagi che ha portato nuovamente un po’ di preoccupazione sui mercati.

Crisi del chip - CGT Trucks

Mezzi pesanti: come CGT Trucks ha affrontato la crisi del chip

La crisi del chip ha coinvolto inevitabilmente anche il settore dei mezzi pesanti. Oggi i microchip sono indispensabili per completare i veicoli e per poterli mettere in vendita: di conseguenza la produzione ha rallentato in modo sensibile, non riuscendo a soddisfare la domanda.

Tuttavia, CGT Trucks è riuscita ad affrontare la crisi valorizzando altri prodotti disponibili come, per esempio, quello del noleggio e dell’Ex-Rent, dedicati a due segmenti di clientela leggermente diversi.

Il noleggio: una soluzione ottimale per un periodo transitorio

Il noleggio per tutta la pandemia è stata una soluzione particolarmente interessante, scelta da molti operatori del settore.

In particolare, il noleggio a breve termine ha permesso di continuare con le proprie attività anche a chi si trovava in difficoltà per l’incertezza provocata dal covid, senza la necessità di investire grandi cifre. Molte aziende si sono trovate a non poter prevedere con precisione ciò che sarebbe successo da lì a pochi mesi, pur con commesse importanti nell’immediato. Quindi, rivolgersi a questo tipo di offerta ha permesso di proseguire nel proprio lavoro in piena tranquillità.

Nella fase attuale, oltre a questo tipo di esigenza, il noleggio a breve termine consente di avere veicoli a disposizione anche nel momento in cui si attende la consegna di un veicolo che tarda ad arrivare a causa della mancanza di componentistica elettronica. Anche in questo caso rappresenta una soluzione importante che permette di affrontare senza troppe difficoltà il periodo transitorio.

L’Ex-Rent: i seminuovi di alta qualità

Per un altro tipo di clientela, l’Ex-Rent rappresenta un’ottima alternativa al nuovo, tanto più in un periodo in cui l’approvvigionamento di componenti elettronici sta mettendo in crisi il settore.

Gli Ex-Rent sono veicoli ritarati dal noleggio che presentano fattori critici di successo, certificati da una serie di controlli molto severi, secondo uno specifico protocollo di preparazione svolto direttamente in azienda.

Sono veicoli con pochi anni di vita e pochi chilometri garantiti dai 6 ai 24 mesi. Le loro caratteristiche peculiari li rendono assimilabili a un nuovo, pur con un sensibile abbattimento del costo.

Se già negli ultimi anni CGT Trucks ha puntato molto su questo tipo di servizio, la crisi del chip ha dato un’ulteriore spinta a questo prodotto, che rappresenta la soluzione ottimale per chi vuole un mezzo pari al nuovo e non può permettersi di attendere le consegne.

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