Le normative europee in campo ambientale, applicazioni e il loro impatto sul settore del trasporto su gomma

Il tema dell’impatto ambientale ormai da diversi anni è di grande interesse anche nel settore dei trasporti, tanto che le legislazioni internazionali, e soprattutto a livello europeo, vengono promulgate tenendo in considerazione questo aspetto. Il trasporto su gomma, spesso chiamato in causa quando si parla di inquinamento ambientale, non può che essere influenzato dalle decisioni dell’Unione Europea.

Nel dicembre 2020 la Commissione Europea ha prodotto un documento, denominato Green Deal, con il quale ha presentato una serie di iniziative per limitare il riscaldamento globale.

Secondo le stime dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), infatti, il riscaldamento globale nei prossimi anni non dovrà superare il limite di +1,5° rispetto a ciò che avveniva nell’epoca pre-industriale, per evitare gravi conseguenze al pianeta e alla specie umana.

Che cos’è il Green Deal dell’Unione Europea

Gli Accordi di Parigi del 2015, siglati dall’Unione Europea, hanno stabilito che si debba raggiungere zero emissioni entro il 2050. Per ottenere tale obiettivo, non impossibile ma comunque molto ambizioso, sono stati definiti degli step intermedi da raggiungere entro il 2030 e il 2040.

Il Green Deal è un documento strategico nel quale viene definito un piano d’azione concreto in relazione all’impatto ambientale: dopo una prima fase di creazione degli obiettivi da raggiungere, man mano verranno definite normative e investimenti che dovranno entrare in vigore nel corso dei prossimi trent’anni. Per ora la Commissione Europea ha pianificato i prossimi due anni, anche se per il momento non ci sono ancora vere e proprie normative. I primi effetti del Green Deal probabilmente si vedranno già nel corso del 2021, quando verranno apportate delle revisioni degli standard di CO2 per molti veicoli, compresi automobili, furgoni, camion e autobus.

I primi temi affrontati dalla Commissione europea riguardano:

  • Produzione di energia elettrica pulita: attualmente, in Europa, circa il 75% delle emissioni di gas serra dipende proprio dalla produzione di energia elettrica, che dovrà essere convertita in energia pulita attraverso forme di produzione rinnovabili;
  • Potenziamento dei sistemi sostenibili sia in ambito edilizio sia dei trasporti: potenziare l’economia circolare, promuovere la biodiversità, potenziare i trasporti pubblici e su rotaia sono le indicazioni primarie.

L’influenza del Green Deal sul mondo dei trasporti

Degli 82 punti, di cui è costituito l’Action plan presentato a dicembre dalla Commissione Europea, molti hanno attinenza con l’impatto ambientale nel settore dei trasporto. Del resto, il trasporto su ruota è senza dubbio interessato dalle decisioni che verranno prese a livello internazionale in vista di una riduzione delle emissioni. Secondo il Green Deal europeo, infatti, le emissioni provocate dai trasporti in genere dovrebbero essere ridotte del 90%.

In particolare, le aree di intervento per i mezzi pesanti sembrerebbero essere interessate dai seguenti punti:

  • Riduzione del trasporto delle merci su strada con potenziamento del trasporto ferroviario e via mare. Il principio di attuazione sembrerebbe essere quello del “chi inquina, paga”, pertanto saranno introdotte tariffazioni e tassazioni sui combustibili e sulle infrastrutture che inquinano;
  • Potenziamento dei mezzi elettrici e di veicoli pesanti a zero emissioni, in un contesto teso a favorire la diffusione, oltre che di veicoli green, anche di combustibili rinnovabili con le relative infrastrutture. Ciò comporterà la creazione di punti di ricarica pubblici debitamente distribuiti sul territorio. Anche la mobilità automatizzata sarà diffusa su larga scala.
  • Creazione di una rete transeuropea di trasporto multimodale, interconnessa e automatizzata per permettere alle merci di passare senza soluzione di continuità da un modo di trasporto all’altro.

Step by step, dal 2030 al 2050, il mondo dei trasporti si troverà di fronte a una vera e propria rivoluzione, che potrebbe cambiare in modo sostanziale il traffico su ruota, già in evoluzione.

Tuttavia, non mancano le perplessità, tanto più se si pensa che il neonato Pacchetto mobilità, presentato dall’Unione Europea nel luglio dell’anno scorso, sembrerebbe già in contrasto con gli obiettivi del Green Deal.

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Normative UE: il Pacchetto mobilità avrà un impatto ambientale negativo?

Sebbene le norme introdotte dal Pacchetto mobilità non abbiano come obiettivo principale la riduzione dell’impatto ambientale, tuttavia comprendono una serie di norme che avrebbero un’influenza negativa proprio da questo punto di vista.

Il Pacchetto mobilità rappresenta un’importante riforma del settore dei trasporti su strada e contiene una serie di norme che modificheranno notevolmente il mondo della logistica su strada.

Esso è stato studiato per uniformare i regolamenti nazionali con due obiettivi principali:

  • tutelare la figura dei lavoratori del trasporto merci, spesso sottoposti a turni massacranti e a regolamentazioni difficili da gestire;
  • combattere pratiche illegali nel trasporto stradale, come il cabotaggio abusivo, e ridurre il cosiddetto dumping sociale tra i paesi dell’Est Europa e quelli dell’Ovest. I lavoratori dei paesi più occidentali spesso si trovano svantaggiati rispetto a quelli dell’Est dove tasse, salari e contributi più bassi provocano una concorrenza sleale.

In particolare, è stata inserita una norma che obbliga i guidatori di veicoli pesanti a tornare nel paese dove ha sede l’azienda per cui lavorano almeno una volta ogni otto settimane. Sebbene si tratti di un tentativo di tutelare i lavoratori, il rischio è che, se non perfettamente pianificati, i rientri provochino un sensibile aumento del chilometraggio con una ricaduta negativa sulle emissioni, che, secondo gli esperti, potrebbero aumentare di una percentuale compresa tra lo 0,8% e il 4,6% già dal 2023.

Attualmente questa norma è, dunque, tornata al riesame della Commissione Europea, che dovrà valutare se il rischio paventato da molti sia reale.

Non di meno, va ricordato che, per quanto spesso si pensi al contrario, il trasporto su ruote non è tra i maggiori inquinanti, in quanto provoca circa il 7% delle emissioni polveri sottili, ed è la 5° causa di inquinamento dopo impianti di riscaldamento, allevamenti intensivi, industria e autoveicoli leggeri.

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