Il Direttore Generale Operativo di CGT Trucks ci racconta come l’azienda ha saputo trasformare le difficoltà in opportunità.
Quale impatto ha avuto la pandemia sui trasporti e sul mondo della logistica?
La pandemia ha avuto due tipi di conseguenze diverse: da un lato, conseguenze relative alla sicurezza, ai protocolli di applicare e alle regole da rispettare. Per esempio, la necessità di sanificare i mezzi, di proteggersi durante le operazioni di carico scarico della merce e di evitare il contatto tra gli operatori del settore. Da un altro punto di vista, ha influito sul mercato e sulle vendite. Il calo dei chilometri percorsi ha avuto un impatto sull’aspetto operativo ed economico per tutte le aziende del settore.
Il PIL non soltanto a livello italiano, ma anche in ambito europeo si è ridotto moltissimo a causa della riduzione dei consumi. Questo ha avuto ripercussioni anche sulla produzione e sui trasporti, sia come semilavorati che come prodotti finiti.
Alcuni comparti hanno ammortizzato meglio la crisi: il mercato dell’alimentare si è mantenuto costante perché di fatto la gente ha continuato a mangiare, anche se ci sono state dei cambiamenti sulla richiesta dei singoli prodotti.
Anche il settore farmaceutico ha retto bene, seppure con qualche flessione nel beauty, e così il comparto dei rifiuti solidi urbani. Mentre c’è stata una flessione importante dei rifiuti industriali, legata alla diminuzione della produzione.
Quali misure e protocolli sono stati attivati da parte di CGT per contenere i rischi del covid?
Fin da subito sono stati predisposti dei protocolli sulla base del decreto legislativo, e tali misure sono ancora utilizzate attualmente. Esse comprendono sanificazioni, distanziamento e uso delle mascherine sia tra il personale dell’azienda sia nel rispetto dei clienti.
Lavorando molto con noleggio a breve termine e a lungo termine abbiamo adottato di default la sanificazione delle cabine. La macchina prima di essere consegnata viene sanificata con l’ozono, che è un gas inerte molto potente che viene utilizzato, per esempio, anche per le sale operatorie. In questo modo viene eliminato qualsiasi tipo di virus e di batterio.
Abbiamo una serie di fornitori che ci garantiscono il servizio ma abbiamo anche strumenti di nostra proprietà per la sanificazione, che tra l’altro utilizziamo anche all’interno dei nostri locali. Quelli che sono maggiormente a rischio, come gli spogliatoi dove si cambiano i nostri meccanici, vengono periodicamente sanificati.
I servizi di manutenzione e riparazione dei veicoli durante il lockdown, e anche in seguito nel corso della pandemia, hanno subito dei cambiamenti o delle modifiche?
Noi siamo stati sempre aperti, anche il sabato, e abbiamo potuto continuare le normali attività: controlli, manutenzioni e riparazioni, così come avveniva prima del lockdown e del periodo pre-covid. Quello che è cambiato sono state le misure di sicurezza, in quanto è diventato indispensabile essere più attenti e scrupolosi. Per esempio, quando due meccanici devono operare in contemporanea su uno stesso mezzo, mantengono una distanza di un metro e mezzo e utilizzano le mascherine.
Anche all’accettazione all’arrivo dei mezzi, chiediamo all’autista di registrarsi in modo che possiamo rintracciarlo nel caso si registrassero dei focolai.
Quali difficoltà avete avuto? Siete riusciti a organizzare fin da subito tutte le misure di contenimento dei rischi?
Inizialmente c’è stata un percorso di presa di coscienza, quindi c’è voluto un momento di adattamento perché nessuno era preparato a un fenomeno come questo.
Facendo parte di una grande azienda, gli uffici centrali si sono dedicati a predisporre rapidamente il protocollo di sicurezza in linea con le disposizioni di legge. Siamo riusciti ad applicarlo fin da subito e abbiamo fatto sensibilizzazione all’interno dell’azienda affinché tutti lo rispettassero.
Le misure che abbiamo predisposto sono state apprezzate e recepite da tutto il personale. Siamo anche stati fortunati perché tutti hanno sempre rispettato scrupolosamente le indicazioni e questo ci ha permesso di evitare focolai e, di conseguenza, chiusure.
Il fatto di aver potuto dare continuità alla nostra attività non è solo merito delle disposizioni che l’azienda ha adottato, ma anche del comportamento virtuoso delle persone.
Il blocco del traffico e la chiusura degli autogrill hanno creato disagi agli autotrasportatori?
C’è stato senza dubbio un disagio aggiuntivo per chi già svolge una attività dura come quella degli autotrasportatori. Non avere la possibilità di qualche momento di svago, come andare a mangiare in trattoria o trovarsi con altri colleghi, rende ancora più impegnativa la giornata.
I distributori e gli altri servizi presenti sulla strada si sono attivati per dare una continuità, ma è innegabile che per chi viaggia è stato un periodo molto difficile.
Il fatto di aver dovuto passare molto tempo a bordo del mezzo può avere portato a nuove richieste per quanto riguarda gli allestimenti e potrà influire anche sulle richieste future?
L’impressione che abbiamo oggi è che con il tempo la situazione si normalizzerà, magari con alcune piccole differenze rispetto al passato, ma sostanzialmente la vita degli autotrasportatori tornerà ad essere quella di prima.
In questo caso, ovvero sugli allestimenti, ciò che fa la differenza è sempre la tratta. Percorsi molto lunghi di tipo internazionale con il doppio equipaggio richiedono cabine più spaziose e più accessoriate. Quando la tratta è regionale sono sufficienti cabine medie, sebbene confortevoli, con cuccetta e con tutto il necessario per il massimo comfort, mentre sulla tratta provinciale o urbana può bastare una cabina più contenuta.
I cambiamenti sulla percorrenza nelle varie tratte, dovute a covid, hanno in qualche modo influito sulle richieste del tipo di acquisto?
Molti clienti hanno avuto dei chilometraggi molto ridotti. Qualcuno ha avuto difficoltà insormontabili e si è arreso, con altri abbiamo potuto fare degli accordi ad hoc per aiutarli a superare il momento di difficoltà. Molti si sono rivolti al noleggio a breve termine che ha rappresentato la soluzione più appetibile: per il cliente, questa soluzione permette un rischio molto contenuto e consente di superare il periodo di incertezza.
Nel periodo del lockdown abbiamo avuto un po’ di difficoltà nella gestione di potenziali rientri dei veicoli a noleggio, successivamente abbiamo avuto un incremento importante di richiesta del noleggio a breve termine, in particolare di 3 mesi fino ai 12 mesi.
Pertanto, abbiamo dovuto dedicare maggiori risorse al breve termine: un maggior numero di veicoli destinati a questo servizio e contenimento dei tempi di preparazione, in modo da rimettere a disposizione nel più breve tempo possibile mezzi che erano destinati ad altri servizi. L’obiettivo è sempre stato, e continua ad esserlo, quello di rispondere al meglio alla domanda dei clienti.
La crisi dei chip ha avuto un’influenza anche nel vostro settore?
Senza dubbio la crisi del chip ha investito tutto il settore dell’automotive, quindi anche il nostro. Tutti i costruttori sono in grande difficoltà a rispettare le consegne. La produzione va avanti ma tutti sono costretti ad aspettare la consegna dei microchip che arrivano con il contagocce. Oggi i mezzi non possono fare a meno della centralina elettronica. La domanda è molto aumentata dopo il periodo covid, è probabile però che nel tempo si stabilizzerà e così anche la capacità produttiva.
I grossi ritardi nelle consegne sono però funzionali a valorizzare altri prodotti come gli usati freschi per cui ci aspettiamo che ci sia un incremento della domanda. In particolare, gli ex-rent, veicoli provenienti dalla flotta noleggio, possono avere un impulso molto positivo da qui alla fine dell’anno. Ma anche il noleggio a breve termine può rappresentare una valida alternativa, per esempio mentre si sta aspettando la consegna di un mezzo.
Il 2021 ha segnato una ripresa che è destinata a crescere, il vaccino ha avuto il suo effetto quindi, per nelle difficoltà, ci sono tutti gli ingredienti per un futuro positivo.