Cambiare il camion: come scegliere il giusto mezzo di trasporto

Le tipologie di camion oggi presenti in commercio variano in funzione dell’utilizzo che essi sono destinati a svolgere.

Pare che il vocabolo camion derivi da un termine francese del quattordicesimo secolo e significasse “carro”: oggi questa parola identifica genericamente molti veicoli aditi al trasporto merci per quanto possano essere anche molto diversi tra loro.

Camion: come scegliere il mezzo più adatto

Prima di cambiare camion è molto importante valutare una serie di elementi che hanno a che vedere sia con il tipo di utilizzo, sia con le necessità specifiche di chi lo deve utilizzare. Tra le caratteristiche che devono essere tenute in considerazione, ci sono la tipologia dei trasporti, le abilitazioni di cui si dispone, la tipologia dei percorsi e la morfologia del territorio, la dimensione dell’azienda.

Le tipologie di trasporti

Essendo estremamente varia la natura delle merci in commercio, altrettanto differenti risultano essere i mezzi per trasportarle. I camion si suddividono essenzialmente in due grandi gruppi: quelli destinati ai trasporti generici e quelli destinati ai trasporti specifici.

Il gruppo dei trasporti generici include tutti quei mezzi che possono trasportare merci di varia natura e forma che, idoneamente imballati, vengono sistemati su un pianale e vengono trasportati da una località di partenza ad una di arrivo.

I trasporti specifici, invece, sono considerati tali se il mezzo è adibito al trasporto mirato di quel particolare tipo di merce.

Ad esempio, risulta trasporto specifico la movimentazione di autovetture, le quali vengono stivate su mezzi costruiti appositamente, le cosiddette bisarche; oppure il trasporto con container, i quali necessitano di rimorchi con particolari blocchi detti twist, capaci di tenere bloccato il box metallico al mezzo che lo trasporta.

Da ricordare inoltre, che esistono specifici trasporti pesanti: si tratta di mezzi in grado di movimentare altri mezzi, come ad esempio le autogru.

Questi mezzi in assetto di movimento sono in tutto e per tutto autocarri, ma una volta giunti nei cantieri si trasformano in macchine operatrici atte al sollevamento di materiali.

Quindi, nello specifico, la tipologia di automezzo da scegliere al momento dell’acquisto è strettamente legata alla tipologia di lavoro da svolgere.

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Le abilitazioni per condurre i mezzi

Altri elementi importanti da considerate sono la categoria di appartenenza del veicolo e le abilitazioni richieste per poterli condurre.

Nello specifico, i veicoli per il trasporto merci considerati veicoli isolati, sono quelli composti da una unità motrice che include un piano di carico: per condurli occorre possedere una patente categoria C, se il mezzo supera le 3,5 tonnellate a pieno carico, oltre che la carta di qualificazione conducente (CQC).

Il complesso di veicoli, invece, comprende quei mezzi composti da una unità motrice con piano di carico integrato, che a sua volta traina un rimorchio (autotreno), oppure una unità motrice (trattore stradale) che traina un semirimorchio sul quale è stivato il carico (autoarticolato); per entrambi occorre la patente di categoria CE oltre che alla CQC.

I percorsi di viaggio: la morfologia territoriale

Considerando, inoltre, la morfologia territoriale nella quale l’attività del trasporto deve essere effettuata, occorre tenere presente sia la motorizzazione e la potenza dell’unità motrice.

Se un’azienda opera prevalentemente in pianura, non necessiterà di motorizzazioni molto potenti, in quanto la mancanza di dislivelli accentuati non richiede forze motrici particolari, a discapito di costi di acquisto e manutentivi elevati.

Nel caso invece, le tratte interessate comprendano valichi montani o percorsi con variazioni di pendenza ripetitivi, la scelta della motorizzazione sarà orientata su potenze più elevate. Una maggiore produzione di trazione e coppia tende a ridurre il consumo di carburante.

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Dimensione dell’azienda

Nell’ottica della scelta infine, occorre analizzare la vera e propria struttura aziendale.

Infatti se l’azienda risulta essere di medie e grandi dimensioni e necessita di molti mezzi, la scelta dovrà tenere in considerazione una serie di parametri che, nella quantità, permettono di abbattere costi di acquisto che risulterebbero estremamente elevati.

I mezzi scelti per le grandi flotte comprendono autocarri o unità motrici equipaggiati solamente degli accessori strettamente necessari per lo svolgimento del lavoro, senza comunque privarli dei sistemi di sicurezza obbligatori.

Se invece l’autocarro è acquistato da piccoli imprenditori come i padroncini, oppure da aziende con numero di mezzi limitati, la scelta tende ad orientarsi verso modelli più completi ed equipaggiati. Oltre ad accessori adibiti ad un maggior confort, vi saranno anche elementi distintivi a livello estetico.

Chiaramente tutto ciò aumenta i costi di acquisto e manutenzione: per le grandi aziende, dove il mezzo di trasporto è visto esclusivamente come attrezzatura di lavoro ed è poco curato da parte dell’autista che lo conduce, questo potrebbe essere un ostacolo.

Formule d’acquisto e finanziamento

Nella maggior parte dei casi le soluzioni adottate sono il finanziamento e il leasing operativo.

Per poter optare una scelta adeguata, ogni azienda tiene in considerazione una serie di fattori organizzativi e contabili, i quali permettono di orientarsi verso la soluzione più adeguata alla propria situazione finanziaria.

Da ricordare, ad esempio, la gestione dell’IVA: nel caso di acquisto con finanziamento l’azienda potrà portare in detrazione l’intero importo dell’imposta in un’unica soluzione; con acquisto tramite leasing operativo, invece, l’importo totale della fattura risulterà suddiviso in un certo numero di rate, e quindi una ripartizione anche della detrazione dell’imposta.

La differenza tra le due metodologie di pagamento consiste nella proprietà del mezzo; nel caso di un finanziamento concesso da una banca o società finanziaria, la proprietà dell’autocarro risulterà in capo all’acquirente, mente nel caso del leasing operativo, sul libretto risulterà intestatario l’ente che emette il prestito. L’azienda sarò usufruttuaria e diventerà proprietaria al termine del pagamento delle rate e versamento della quota di riscatto.

Negli ultimi anni, inoltre sta risultando sempre più presente, una terza formula di utilizzo, ovvero il noleggio a medio e lungo termine.

Come da circa un decennio accade per le automobili, anche nel settore dei pesanti, alcune aziende come la DAF, stanno sviluppando e proponendo formule di noleggio che includono in un unico canone mensile. Esso comprende, oltre la quota di utilizzo del mezzo, anche le assicurazioni, la tassa di proprietà (bollo), manutenzione programmata, oltre che interventi straordinari e la disponibilità di un mezzo sostitutivo nel caso di fermo protratto per un certo numero di giorni.

La tipologia di scelta implica un’attenta valutazione dei costi rispetto a benefici, direttamente legati al tipo di azienda e lavoro da svolgere.

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