Trasporto isotermico: come nasce il camion refrigerato

Per quanto spesso oggi si dia per scontata, la refrigerazione, e la conseguente possibilità di trasportare merci a temperatura controllata, rappresenta una delle invenzioni che hanno segnato la storia del trasporto. Il camion refrigerato ha una storia lunga. Se è vero che a partire dalla metà del diciannovesimo secolo già si introdussero i primi mezzi per il trasporto di pesce e latticini, fu solo nel Novecento, con l’invenzione del frigorifero, che si poterono costruire veicoli sempre più adeguati al rispetto della catena del freddo, con importanti conseguenze sull’economia globale.

Trasporto refrigerato: la sua storia

A partire dall’Ottocento, con l’espansione delle città e dei relativi commerci, ci fu l’esigenza di trasportare merci per distanze sempre più lunghe e, nel caso di prodotti sensibili alle temperature, divenne importante avere la possibilità di mantenerle fredde. Inizialmente, così come già avveniva nelle case, i cibi venivano tenuti freddi attraverso il ghiaccio. Tuttavia, ben presto, studiosi e inventori si ingegnarono per trovare il sistema di creare il freddo artificialmente, cosicché gli alimenti potessero essere conservati a lungo non solo in viaggio ma anche nelle dispense.

I primi tentativi di creare un frigorifero

La capacità del ghiaccio di mantenere gli oggetti freddi risiede nella sua caratteristica di fondersi a una temperatura stabile di 0°C. Durante la fusione, il ghiaccio prende calore dall’ambiente, equivalente a 333,1 kJ/kg. Se si aggiunge sale al ghiaccio, il suo punto di fusione si abbassa, permettendo di conservare meglio gli alimenti per periodi più lunghi. Dall’osservazione di questi fenomeni iniziarono i primi tentativi di trasportare le merci a temperature più basse rispetto a quelle dell’aria. I primi mezzi frigoriferi, inventati da J.B. Sutherland, si basavano proprio sull’uso del ghiaccio. Si trattava di vagoni – allora i mezzi di trasporto a motore erano solo su rotaia – dotati di serbatoi di ghiaccio situati nelle estremità e avevano le pareti isolate per mantenere bassa la temperatura interna. Ciò permise di introdurre trasporto su lunghe distanze di prodotti come carne e latticini.

Processo di refrigerazione meccanica: i progressi del XX secolo

Nella prima metà dell’Ottocento, si iniziò ad andare oltre al semplice uso del ghiaccio, sfruttando la compressione del vapore per la refrigerazione: inizialmente, attraverso l’aria, quindi, usando come agente refrigerante l’ammoniaca. Il primo brevetto per il ciclo di refrigerazione a compressione fu ottenuto nel 1835 da Jacob Perkins che con etere etilico e ammoniaca riuscì a produrre una piccola quantità di ghiaccio. Nonostante l’efficienza dei nuovi sistemi meccanici, emersero serie difficoltà. Refrigeranti come l’anidride solforosa e il metil cloruro causavano incidenti fatali, e l’ammoniaca, se fuoriuscita, era tossica. Nel 1928, tuttavia, Frigidaire introdusse una rivoluzionaria categoria di refrigeranti sintetici ovvero i clorofluorocarburi (CFC). Presto l’intero settore poté adottare questa tecnologia, optando per questi nuovi refrigeranti, all’epoca ritenuti sicuri, che però dagli anni ‘90 del secolo scorso furono bandito per i suoi effetti nefasti sull’ozono e sostituito con un’altra tipologia di gas, gli idrofluorocarburi, attualmente utilizzati dai frigoriferi moderni.

L’evoluzione del trasporto isotermico: il camion refrigerato

Dai vagoni con le ghiacciaie di Sutherland ad oggi molto è cambiato non solo nei frigoriferi ma anche nel trasporto isotermico. Il primo carro refrigerato, sebbene si basasse solo su ghiaccio e isolamento, aveva già alcuni principi interessanti, in quanto era strutturato in modo che l’aria si raffreddasse immediatamente quando entrava nella carrozza e uscisse dalla parte inferiore. Ciò permetteva di rallentare lo scioglimento del ghiaccio e di risparmiarne circa l’80% rispetto a ciò che avveniva in precedenza. Con l’introduzione e la diffusione dei primi camion, verso il 1930, si ripropose la necessità di avere camere refrigerate per i cibi. Il primo furgoncino con un frigorifero a bordo, che utilizzava il freon, su prodotto dalla Thermo King. Questa azienda brevettò il famoso Modello A, a cui poi ne seguirono altri: nacque così il camion refrigerato. Fu sempre la Thermo King nel 1958 a brevettare il primo motore diesel per unità refrigerante in sostituzione di quello a gas. Da allora le innovazioni nel settore del trasporto isotermico non si sono più arrestate: attualmente, gli obiettivi principali riguardano non solo il rispetto per la catena del freddo – che ormai si dà per scontato – ma anche il risparmio energetico e la possibilità di monitorare costantemente le temperature anche da remoto. Tutto ciò ha portato ad ampliare la gamma di merci trasportate: non solo cibi e bevande, ma anche medicinali – tra cui principalmente vaccini – fiori e piante hanno assunto un’enorme possibilità di commercializzazione anche grazie a questi veicoli.

Camion refrigerato: i vantaggi di un sistema isotermico monitorato

Le tecnologie di monitoraggio nel settore del trasporto isotermico sono diventate sempre più sofisticate e integrate, contribuendo significativamente alla qualità e alla sicurezza delle merci. I sistemi telematici moderni offrono un monitoraggio in tempo reale, mentre i registratori di dati forniscono un’analisi dettagliata delle condizioni di trasporto. I sensori wireless, con la loro capacità di trasmettere dati senza l’uso di cavi, insieme agli allarmi e notifiche, garantiscono che ogni anomalia venga prontamente rilevata e corretta. Integrando queste tecnologie con software di gestione avanzati, le aziende possono ottimizzare le operazioni e assicurarsi che le merci vengano trasportate nelle migliori condizioni possibili. Inoltre, l’adozione di soluzioni sostenibili contribuisce a ridurre l’impatto ambientale del trasporto refrigerato, facendolo diventare un settore sempre più green.

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