Contratti di lavoro subordinato autotrasporti

Il mercato dell’autotrasporto ha un ruolo molto importante nello sviluppo economico di ogni paese: spesso sono proprio gli scambi commerciali a delineare il trend dell’economia stessa.

Pertanto, questo settore riveste un’importanza strategica del punto di vista occupazionale: i contratti di lavoro subordinato negli autotrasporti hanno una legislazione specifica, sia in caso di lavoro autonomo, sia in caso di lavoro subordinato.

Negli ultimi decenni l’unione europea ha delineato strategie politico economiche per favorire gli scambi tra i paesi membri. In tal senso le indicazioni sono: ridurre la burocrazia e unificare le diverse procedure per facilitare la libera circolazione di merci e persone.

Queste politiche hanno senza dubbio creato molte opportunità commerciali, che si sono riversate sul settore dei trasporti.

Queste politiche hanno senza dubbio creato molte opportunità commerciali, che si sono riversate sul settore dei trasporti.

Di conseguenza, la domanda di occupazione in questo settore è aumentata in modo esponenziale. Contemporaneamente, la concorrenza da parte dei partner europei si è rivelata molto accesa a causa di regolamentazioni che purtroppo non risultano allineate tra i paesi comunitari.

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La regolamentazione del lavoro subordinato negli autotrasporti

La regolamentazione del lavoro subordinato è specifica in ogni settore, in modo da garantire la tutela del lavoratore anche in funzione del tipo di attività svolta.

Così come in altri settori produttivi, anche negli autotrasporti si distinguono due principali tipi di contratto, ovvero quello a tempo determinato e quello a tempo indeterminato.

Tuttavia, in altri settori esistono anche altre forme oltre a queste due tipologie di accordo – contratto a chiamata, il contratto a progetto, di apprendistato, part-time ecc. – che nel caso del settore dei trasporti, invece, non sono ammessi.

Il lavoro dell’autista prevede requisiti specifici e conoscenze tecnico-pratiche:

  • possesso delle patenti di guida di categorie superiori come C, D, E;
  • rilascio tramite corso specifico della carta di qualificazione conducente (CQC);
  • certificato ADR, per alcuni tipi di merci.

Il settore degli autotrasporti è molto vario, pertanto con il rinnovo del contratto nazionale del 3 dicembre 2017, i lavoratori del settore sono stati inquadrati in tre categorie principali:

  • Nella qualifica 3, a sua volta suddivisa in tre parametri retributivi (A, B e C), rientrano coloro che sono in possesso di patente CE, ovvero che conducono complessi di veicoli con l’obbligo del cronotachigrafo. Nel testo di legge sono inclusi alcuni esempi di trasporti: trasporti effettuati all’interno di stabilimenti, terminal, porti, piattaforme di logistica, trasporti di linea nazionale ed internazionale, per cui godono dell’indennità di trasferta a cui si riferisce l’articolo 62 del contratto nazionale; trasporti che richiedono specifiche abilitazioni come i trasporti di merci pericolose (ADR), trasporti a temperatura controllata (ATP), trasporto di animali vivi. Rientrano, inoltre, in questa qualifica i conducenti di mezzi con allestimenti specifici come le bisarche per il trasporto di autoveicoli, le autogrù superiori alle 20 tonnellate e le cisterne.
  • La qualifica 2 ha parametri retributivi D, E ed F, e include i conducenti di autocarri in possesso solamente della patente di categoria C. Si tratta di trasportatori che possono condurre veicoli per trasporto merci con obbligo di cronotachigrafo, di massa complessiva a pieno carico superiore a 7,5 tonnellate, senza rimorchio o semi rimorchio.
  • Nella qualifica 1 rientrano tutti gli autisti che conducono veicoli di massa complessiva fino a 3,5 tonnellate, ovvero veicoli che non hanno l’obbligo di avere installato il cronotachigrafo. Nello specifico rientrano in tale qualifica gli autisti che svolgono attività di logistica distributiva e di corriere espresso ed hanno un parametro retributivo G e H; rientrano in questa qualifica anche coloro che svolgono trasporti specifici come materiali radioattivi ed esplosivi.

In base alla qualifica e, quindi, alle categorie retributive, variano anche gli orari di lavoro:

  • 47 ore settimanali per gli autisti che rientrano nelle fasce A, B e C;
  • 39 ore settimanali per coloro che rientrano nelle face D (qualifica 2) G e H (qualifica 3).

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Il divario di condizioni degli autotrasportatori nei diversi paesi europei

Questi interventi legislativi hanno notevolmente migliorato le condizioni lavorative e gli standard di sicurezza, ma hanno anche evidenziato il divario che intercorre tra i vari paesi che fanno parte dell’unione europea.

Sono numerosi i fattori che influiscono: leggi nazionali differenti, il costo della vita molto diverso da un paese all’altro e anche le usanze delle varie popolazioni hanno permesso soprattutto ai paesi dell’ex unione sovietica di competere con i paesi europei più occidentali al limite della lealtà economica.

Se consideriamo il fatto che un contratto bulgaro costa in media otto volte meno di uno italiano, possiamo facilmente intuire che risultiamo poco competitivi facendo registrare un calo della domanda relativa al settore connesso.

Per far fronte a questo problema, le aziende più strutturate ed economicamente più forti hanno adottato una strategia di decentramento, spostando di fatto le sedi amministrative in paesi comunitari dove la gestione, il costo del personale e la burocrazia risultano più agevolate.

Operando quindi da un altro paese, hanno la possibilità di stipulare contratti anche con autisti residenti nel territorio italiano, ma alle condizioni economiche del paese di residenza amministrativa.

Tutto ciò ha creato negli ultimi anni un esercito di operatori del settore che risultano essere meno professionali e a volte obbligati a svolgere il proprio lavoro trascorrendo diverse settimane lontano dalla propria residenza.

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