Lavorare al volante di un camion significa affrontare giornate lunghe, spesso scandite da orari irregolari, tratte variabili e tempi di sosta imprevedibili. L’alimentazione può trasformarsi in un aspetto trascurato, dominato dalla fretta e dalle scelte dettate più dalla praticità che dalla qualità. Mangiare in viaggio, però, può diventare un’opportunità per prendersi cura del proprio benessere.
Seguire abitudini alimentari equilibrate quando si trascorrono molte ore alla guida non è semplice, ma può fare la differenza in termini di energia, concentrazione e salute a lungo termine. Questo vale ancora di più per chi lavora su strada ogni giorno.
Mangiare bene in viaggio
Per chi lavora nel trasporto su gomma, gestire i pasti con regolarità e attenzione può essere impegnativo. Orari di guida e le pause obbligate spesso spingono a mangiare velocemente, quando e dove si può. Gli autogrill rappresentano una tappa frequente, ma non sempre offrono opzioni bilanciate, soprattutto se si cerca qualcosa di nutriente ma leggero.
In aggiunta, i lunghi periodi trascorsi in posizione seduta e l’assenza di movimento fisico rendono ancora più importante ciò che si mangia: pasti troppo ricchi o sbilanciati possono influire sulla digestione, aumentare il senso di affaticamento o portare, nel tempo, a problemi di peso e salute. Non è raro che un’alimentazione disordinata accentui anche la sonnolenza alla guida o il senso di pesantezza nei momenti in cui sarebbe invece necessario essere reattivi.
Mangiare bene, quindi, non è solo una questione di salute: è una parte fondamentale della gestione quotidiana del proprio lavoro.
Colazione, pranzo e cena: come distribuire i pasti durante la giornata
Quando si trascorre l’intera giornata in cabina, imparare a distribuire i pasti in modo ragionato può contribuire a mantenere il giusto livello di energia, evitando cali di concentrazione o sensazioni di pesantezza. La colazione, spesso sacrificata per partire presto, merita attenzione: bastano pochi minuti per preparare qualcosa di semplice ma nutriente, come uno yogurt con cereali, una fetta di pane con marmellata o della frutta fresca. Meglio evitare cibi troppo zuccherati o un eccesso di caffè a stomaco vuoto.
Il pranzo dovrebbe essere il pasto più bilanciato, soprattutto se si guida anche nel pomeriggio. Piatti troppo elaborati o porzioni abbondanti possono appesantire la digestione e rallentare i riflessi. L’ideale è combinare una fonte di carboidrati, una proteina leggera e qualche verdura. Se si è costretti a fermarsi in un autogrill, è utile imparare a orientarsi tra le proposte più semplici, evitando fritti e piatti pronti eccessivamente salati.
La cena, specie se coincide con una sosta per dormire in cabina, dovrebbe essere leggera: una zuppa pronta, qualche fetta di pane con tonno o formaggio, della frutta. Chi lavora su turni serali o notturni può gestire i pasti in modo flessibile, ma mantenere la regolarità degli orari — per quanto possibile — aiuta l’organismo a mantenere un buon ritmo e favorisce il riposo.
Cosa portare da casa e cosa scegliere quando si mangia fuori
Una delle strategie più efficaci per migliorare l’alimentazione in viaggio è preparare almeno parte dei pasti da casa. Chi ha la possibilità di pianificare in anticipo può sfruttare contenitori termici o lunchbox refrigerati per portare con sé piatti semplici, bilanciati e già porzionati. Insalate di cereali, uova sode, frutta fresca, panini con verdure e proteine leggere sono alcune delle possibilità più facili da conservare anche in cabina. In alternativa, è utile tenere a portata di mano scorte intelligenti: frutta secca, barrette senza zuccheri aggiunti, cracker integrali e bottigliette d’acqua.
Oggi i truck sono pensati per offrire in cabina un notevole comfort: nei mezzi DAF Trucks, per esempio, lo spazio per mangiare, soprattutto nei modelli pensati per le lunghe percorrenze, è notevole e consente una pausa pranzo davvero rilassante.
Quando non è possibile organizzarsi in autonomia, può capitare di affidarsi ai menù degli autogrill. Anche in questi casi, è utile sviluppare qualche criterio di scelta. Se si ha l’abitudine di mangiare un primo piatto, meglio preferire quelli asciutti, come pasta o riso, evitando salse troppo elaborate. Un secondo accompagnato da verdure cotte o crude, senza fritti, è una soluzione più digeribile, specie se si riparte subito dopo il pasto. Meglio limitare gli alimenti ad alto contenuto di sodio e i dolci industriali.
Per quanto riguarda le bevande, l’acqua dovrebbe restare la prima scelta. Le bibite zuccherate e gli energy drink vanno usati con cautela: possono dare un effetto momentaneo di energia, ma aumentano il rischio di disidratazione e provocano cali improvvisi di attenzione. Il caffè può essere un alleato, purché non si esageri, e sempre evitando di sostituirlo ai pasti. Ovviamente, vietati gli alcolici quando si è al lavoro.
Il ruolo dell’idratazione e delle pause intelligenti
Tra le abitudini che più spesso vengono trascurate durante i lunghi viaggi c’è l’idratazione regolare. Quando si guida per molte ore, si tende a bere meno per evitare soste frequenti, oppure si ricorre a bevande zuccherate o stimolanti che danno l’illusione di contrastare la stanchezza. In realtà, anche una disidratazione lieve può compromettere la concentrazione, rallentare i riflessi e aumentare la percezione di fatica.
Bere acqua in modo costante, anche a piccoli sorsi, aiuta a mantenere la mente lucida e a prevenire crampi o mal di testa. L’ideale sarebbe tenere sempre una bottiglia a portata di mano e approfittare di ogni pausa per fare rifornimento. Il consiglio vale anche nei mesi freddi, quando il senso di sete diminuisce ma il fabbisogno dell’organismo resta invariato.
Le pause, del resto, non servono solo per riposare o mangiare in fretta. Possono diventare momenti utili per staccare mentalmente, fare qualche passo, sgranchire le gambe, così da riattivare la circolazione e riprendere la guida con maggiore prontezza.