La scelta di un veicolo industriale si basa su una serie di fattori che tengono conto sia del tipo di uso, le missioni che il veicolo deve fare e dell’azienda che dovrà utilizzarlo.
Tra gli elementi da considerare vi sono anche delle variabili legate al mezzo stesso: uno di questi è senza dubbio il valore commerciale di rivendita del veicolo industriale usato.
Ma che cosa si intende esattamente per valore dell’usato e come me questa metrica può influenzare la scelta non solo del modello specifico ma anche della formula attraverso cui dotarsene? Meglio nuovo o usato? Exrent (veicolo che proviene dalla flotta noleggio di CGT Trucks) o noleggio?
Che cos’è il valore commerciale di un veicolo industriale usato?
Nel settore dei trasporti e della logistica, il valore commerciale usato di un veicolo industriale indica la stima del valore di mercato che il mezzo avrà dopo un determinato periodo di utilizzo o alla fine della sua vita utile.
In altre parole, rappresenta la quota di valore rimanente dopo anni di servizio, determinando il prezzo a cui potrà essere rivenduto sul mercato dell’usato
Questo concetto è essenziale perché sostanzialmente coincide con la svalutazione del veicolo: la differenza tra il costo d’acquisto iniziale e quanto si può recuperare vendendolo in un secondo momento. Per le aziende di autotrasporto conoscere il valore commerciale atteso per la vendita dell’usato è fondamentale nella pianificazione finanziaria. Chi gestisce una flotta ha bisogno di sapere quanto il proprio veicolo vale oggi o varrà tra qualche anno.
Come si valuta il valore commerciale di un camion usato?
Il valore commerciale di un camion usato non si calcola con una formula fissa, ma attraverso la valutazione di molteplici fattori che influenzano la svalutazione del veicolo nel tempo. In pratica, per stimare la quotazione di un camion usato si considera una serie di elementi.
- Età del veicolo: un camion perde valore man mano che passano gli anni. Nei primi anni la perdita è più rapida, poi il deprezzamento procede gradualmente col sopraggiungere dell’anzianità.
- Chilometraggio: è uno dei fattori più incisivi sul valore. A parità di condizioni, più chilometri un camion ha percorso, più elevata è l’usura e minore sarà il suo valore di mercato.
- Manutenzione e condizioni generali: un veicolo accuratamente manutenuto, in ottime condizioni meccaniche e di carrozzeria, senza danni strutturali né eccessiva usura, spunta un prezzo migliore rispetto a un mezzo trascurato.
- Revisione e certificazioni: avere la documentazione in regola accresce la fiducia dell’acquirente. Un camion con revisione periodica valida e certificazioni aggiornate, ad esempio la certificazione ATP per il trasporto refrigerato, risulta più appetibile sul mercato dell’usato e quindi ottiene un valore più alto.
- Marca, modello e dotazioni di accessori: la reputazione del costruttore e le caratteristiche tecniche incidono sulla tenuta del valore. Veicoli di marchi noti per affidabilità e lunga durata tendono a svalutarsi meno rapidamente, mantenendo valori residui più alti nel tempo. In generale, più un veicolo è “premium”, come brand e allestimenti tecnologici, più lenta sarà la sua svalutazione. Al contrario, veicoli di scarso appeal o con dotazioni obsolete perdono valore più in fretta.
- Tipo di alimentazione e normative: il tipo di motorizzazione può influire sul valore residuo in base alle tendenze del settore. Ad esempio, l’alimentazione diesel è stata per decenni lo standard nei mezzi pesanti, ma con le nuove politiche ambientali e restrizioni al traffico il mercato potrebbe penalizzare in futuro i mezzi più inquinanti. Al contempo cresce la domanda di veicoli a basse emissioni: un camion elettrico di nuova generazione, o comunque conforme a normative antinquinamento più stringenti, potrebbe mantenere un valore più alto grazie all’interesse per mezzi più ecologici.
- Andamento del mercato dell’usato: infine, le leggi di mercato di domanda e offerta hanno un peso non indifferente. Se un determinato tipo di camion è poco richiesto, inevitabilmente il suo valore commerciale usato sarà basso, anche se in buone condizioni, perché pochi potenziali acquirenti sono interessati. Viceversa, se un modello è molto popolare, potrebbe sembrare che mantenga bene il valore, ma bisogna considerare che un’ampia offerta di usato dello stesso modello può abbassarne le quotazioni per l’elevata concorrenza tra venditori.
Nuovo, usato, ExRent o noleggio: quale scegliere in ottica valore residuo?
Quando si valuta come acquisire un camion, è molto importante valutare l’impatto che il valore dell’usato atteso ha in ciascuna formula di approvvigionamento.
Quando scegliere un camion nuovo
Scegliere un veicolo nuovo implica sostenere il prezzo pieno di listino, con la prospettiva di una svalutazione iniziale consistente nei primi anni. Subito dopo l’immatricolazione, infatti, avviene generalmente il deprezzamento più marcato. Tuttavia, va considerato che i camion rispetto alle auto tendono a deprezzarsi meno rapidamente. Ciò significa che un autocarro nuovo, specialmente se di marca affidabile e ben manutenuto, può conservare una buona percentuale del suo valore iniziale anche dopo diversi anni. Investire nel nuovo offre inoltre le ultime tecnologie e garanzie, che indirettamente aiutano a mantenere il valore nel tempo.
Acquistare un camion nuovo conviene soprattutto se si pianifica di tenerlo in esercizio abbastanza a lungo da sfruttarne la vita utile ottimale, vendendolo poi quando il valore residuo è ancora significativo. Ad esempio, molte flotte rivendono i mezzi dopo 3-5 anni di uso intenso, recuperando una quota importante (40-50% o più) del prezzo iniziale, così da rinnovare la flotta senza un eccessivo capitale immobilizzato. Naturalmente, il valore effettivo dipenderà dal mercato: un modello molto richiesto e dal buon nome potrà spuntare residui più alti, mentre un camion che nel frattempo è divenuto tecnologicamente superato o colpito da nuove restrizioni vedrà ridursi il suo valore più velocemente.
Infine, c’è da considerare l’orizzonte temporale dell’investimento e il tipo di utilizzo: un investimento a lungo termine permette di ammortizzare un costo maggiore, come, appunto, quello legato all’acquisto di un mezzo nuovo. Un uso intenso, con una percorrenza chilometrica elevata, inoltre fa pendere la bilancia più verso l’acquisto, offrendo la possibilità di avere mezzi più performanti e di ridurre il rischio di fermo macchina.
Camion usato: quando conviene
Optare per un veicolo usato consente di evitare la forte svalutazione iniziale che colpisce il nuovo, accedendo a un mezzo ancora utile a un prezzo d’acquisto molto inferiore al nuovo. In pratica, l’usato ha già subìto gran parte della perdita di valore: per esempio, un camion di qualche anno può costare la metà o meno rispetto al nuovo, ma spesso offre ancora molti chilometri di operatività. Inoltre, come detto, i veicoli industriali mantengono discreti valori nel tempo, quindi un usato recente può rappresentare un buon compromesso investimento/valore.
Va però considerato che con l’usato ci si avvicina di più alla fase calante della curva del valore: più il mezzo è vecchio, minore sarà il suo valore residuo futuro. Chi acquista un usato dovrà quindi mettere in conto di recuperare, alla rivendita successiva, una somma inferiore, in percentuale, rispetto a chi acquista nuovo.
Di solito, l’acquirente di un camion usato lo sfrutterà fino a quando conviene e poi lo rivenderà a un valore ulteriormente ridotto o arriverà a rottamarlo se la vita economica è finita, con valore residuo prossimo a zero. Fondamentale è selezionare con cura il veicolo usato: uno in buone condizioni, con chilometraggio ragionevole e manutenzione documentata, potrà ancora garantire affidabilità e tenuta del valore, mentre un usato economico ma malconcio rischia di perdere rapidamente quel poco valore che ha e generare costi extra.
In sostanza, l’usato conviene per il minor esborso iniziale e perché, essendo già svalutato, subirà in proporzione una svalutazione annua più contenuta rispetto al nuovo. È la scelta tipica di chi ha budget ridotti o non macina moltissimi chilometri, e accetta di dover fare attenzione alle condizioni d’acquisto e di sostenere qualche costo di manutenzione in più per tenere alto il valore.
Quando affidarsi all’ExRent
I camion ExRent di CGT Trucks rappresentano una categoria particolare di usato di provenienza controllata. In genere sono veicoli di 2-4 anni che rientrano dalle flotte di noleggio a lungo termine o dalle società di leasing e vengono messi in vendita.
Offrono diversi vantaggi: intanto hanno già attraversato la fase di massimo deprezzamento iniziale, quindi il loro prezzo usato risulta molto competitivo rispetto al nuovo, pur trattandosi di mezzi relativamente recenti, spesso con dotazioni moderne e conformi alle ultime normative. Inoltre, nel caso di CGT Trucks, provengono da flotte gestite professionalmente, ciò significa che hanno seguito piani di manutenzione regolari e documentati durante il periodo di noleggio.
Dal punto di vista del valore residuo atteso, un ExRent si trova in una posizione intermedia: costa più di un usato anziano, ma offre anche una prospettiva di vita utile più lunga davanti a sé e maggiori garanzie, quindi si suppone che manterrà un discreto valore per diversi anni dopo l’acquisto.
In altri termini, l’azienda che compra un ExRent beneficia del fatto che il primo proprietario, ovvero la società di noleggio, ha sopportato la parte maggiore della svalutazione; l’acquirente paga un prezzo inferiore al nuovo ma ottiene un camion ancora abbastanza giovane, il cui valore scenderà più lentamente rispetto a un usato molto vecchio. Questa formula è spesso vista come un equilibrio tra costo e rischio: si riduce l’esborso iniziale e ci si assicura un buon mezzo, mantenendo comunque un valore residuo ragionevole nel medio termine. Ovviamente anche qui valgono le regole generali: la tenuta di valore dipenderà da chilometri, condizioni e marca, ma partendo da un veicolo recentissimo e ben curato le prospettive sono favorevoli.
Quando affidarsi al noleggio a lungo termine
Con il noleggio a lungo termine non si acquista il veicolo, ma lo si utilizza pagando un canone mensile onnicomprensivo, che copre anche assicurazione, manutenzione, assistenza, ecc.
Dal punto di vista del valore residuo, la caratteristica principale è che il rischio e l’onere della svalutazione sono interamente a carico del noleggiatore. L’azienda utilizzatrice non deve preoccuparsi del valore futuro del camion, perché al termine del contratto restituirà il mezzo e basta, eventualmente potendo rinnovare il parco con un nuovo contratto e un camion nuovo. Ciò significa che chi noleggia rinuncia anche a qualunque guadagno dalla rivendita – semplicemente perché non ci sarà una rivendita da parte sua – ma in cambio si tutela da eventuali crolli di valore residuo.
Il costo della svalutazione, infatti, è anticipato dentro il canone: la società di noleggio calcola una rata tale da coprire la differenza tra il prezzo del veicolo nuovo e il valore residuo che stima di ricavare vendendolo usato, aggiungendo naturalmente i propri margini e i costi dei servizi inclusi.
Per l’utilizzatore finale, dunque, il noleggio offre certezza dei costi e assenza di pensieri sulla rivendita, qualità molto apprezzate soprattutto quando c’è volatilità di mercato.
La convenienza andrà valutata caso per caso: molte aziende preferiscono non immobilizzare cifre importanti, quali sarebbero richieste per l’acquisto, e scaricare all’esterno sia i rischi sia le incombenze burocratiche, altre preferiscono investire nel proprio parco veicoli per poi valorizzarlo nell’usato.