Verso il bilancio ESG: perché anche una piccola azienda di trasporti dovrebbe farlo

Il fatto che la sostenibilità negli ultimi anni sia entrata nell’agenda delle imprese europee non è certamente un dato nuovo, anzi, rappresenta la dimostrazione che questo trend si sta sempre più trasformando da un tema volontario a un processo regolamentato.

Le direttive comunitarie hanno introdotto, prima gradualmente e poi in modo sempre più esteso, l’obbligo di rendicontare gli aspetti ambientali, sociali e di governance. La crescente attenzione di istituzioni, investitori e consumatori verso la trasparenza ha accelerato questo percorso, spingendo anche i settori produttivi più tradizionali a dotarsi di strumenti di analisi e rendicontazione.

La logistica e il trasporto su gomma non fanno eccezione: l’impatto ambientale dei mezzi, la sicurezza dei conducenti e la gestione organizzativa dell’impresa sono aspetti che rientrano pienamente nei criteri ESG (Environmental, Social e Governance).

Anche le aziende di piccole dimensioni, pur non essendo tenute agli obblighi normativi previsti per le realtà più grandi, si trovano oggi inserite in filiere in cui la richiesta di dati di sostenibilità diventa sempre più frequente.

Chi è obbligato a redigere il bilancio ESG

La rendicontazione di sostenibilità, così come prevista dalla normativa europea, riguarda oggi un numero definito di imprese e non coinvolge automaticamente tutte le realtà produttive. L’obbligo è nato con la direttiva 2014/95/UE, che richiedeva alle società quotate, agli enti di interesse pubblico e ad alcune grandi imprese di rendicontare gli aspetti ambientali, sociali e di governance.

Con l’approvazione della Corporate Sustainability Reporting Directive, il perimetro si è ampliato e ora prevede un’introduzione graduale delle nuove regole: prima le grandi imprese già soggette agli obblighi precedenti, poi le altre realtà di dimensioni significative e, infine, le PMI quotate che utilizzeranno standard semplificati.

Le piccole imprese non quotate, che costituiscono la maggior parte del tessuto produttivo italiano e una parte rilevante delle aziende di trasporto, non rientrano direttamente negli obblighi della direttiva. Questo, però, non significa che la rendicontazione ESG resti un tema distante.

L’integrazione dei criteri di sostenibilità all’interno delle filiere sta infatti portando molti committenti, come i grandi gruppi della grande distribuzione, dell’automotive o dell’e-commerce, a richiedere dati e indicatori anche ai vettori più piccoli. In diversi bandi pubblici o gare private, la disponibilità di informazioni strutturate in ambito ambientale e sociale diventa un requisito per partecipare o migliorare il punteggio tecnico.

Per le imprese di trasporto di dimensioni ridotte, quindi, non si tratta tanto di conformarsi a un obbligo normativo, quanto di rispondere alle richieste di una filiera che si muove sempre di più verso standard condivisi di trasparenza.

Quali dati contiene il bilancio di sostenibilità

Un bilancio di sostenibilità raccoglie e organizza una serie di informazioni tecniche relative agli impatti ambientali, sociali e di governance dell’azienda. Gli standard adottati a livello europeo sono gli ESRS, acronimo di European Sustainability Reporting Standards, e definiscono in modo preciso quali dati devono essere riportati e come devono essere misurati, così da rendere i documenti comparabili tra imprese di settori diversi.

Dal punto di vista ambientale, rientrano nel bilancio i consumi energetici, le emissioni di gas a effetto serra, le strategie di riduzione dell’impatto e gli interventi collegati all’efficienza dei processi. A questi si aggiungono i dati relativi alla gestione dei rifiuti, all’uso dell’acqua, alle forme di recupero delle risorse e alle eventuali attività che possono generare inquinamento.

La parte sociale riguarda il personale e, quando necessario, anche la catena del valore. Sono previsti dati sulle condizioni di lavoro, sulla sicurezza, sulle ore di formazione, sugli infortuni e su tutti gli indicatori che descrivono la tutela e il benessere dei lavoratori. Per alcune attività è richiesto di rendicontare anche le relazioni con fornitori, clienti e comunità locali, soprattutto quando l’azienda interagisce in modo significativo con il territorio.

La sezione dedicata alla governance descrive invece il sistema decisionale, le modalità di gestione dei rischi, le procedure che assicurano il controllo dei processi e la trasparenza delle informazioni. Questa parte comprende documenti organizzativi, criteri di gestione etica, politiche interne e strumenti che garantiscono la tracciabilità delle decisioni.

Nel loro insieme, questi dati costruiscono un quadro completo del funzionamento dell’impresa, mostrando non solo gli impatti diretti delle attività, ma anche la qualità dei processi interni e la gestione dei rischi operativi.

I vantaggi del bilancio ESG per un’azienda di trasporti di piccole dimensioni

Per una piccola impresa di trasporto, adottare la logica dei bilanci di sostenibilità richiede la preparazione di un documento articolato come quello delle grandi aziende, ma di iniziare a utilizzare in modo più strutturato informazioni già disponibili nella gestione quotidiana della flotta. Consumi di carburante, percorrenze, soste, manutenzioni, ore di guida e di riposo compongono un insieme di dati che descrive con precisione l’attività. Raccoglierli in maniera ordinata permette di individuare con maggiore chiarezza ciò che incide realmente sui costi e di riconoscere eventuali variazioni anomale nel rendimento dei mezzi.

La stessa logica vale per gli aspetti sociali: registrare la formazione svolta, gli interventi legati alla sicurezza e gli episodi che richiedono un’analisi interna aiuta a comprendere il livello di esposizione ai rischi operativi e a valutare l’efficacia delle misure adottate nel tempo. Anche la parte relativa alla governance trova riscontro nella realtà delle piccole imprese, dove procedure aggiornate, documentazione ordinata e responsabilità definite riducono gli errori e semplificano il controllo della gestione.

In questo senso, avvicinarsi alla rendicontazione ESG significa dotarsi di una visione più completa della propria attività. La possibilità di monitorare il comportamento della flotta, l’andamento dei costi e gli aspetti legati alla sicurezza contribuisce a prendere decisioni più informate e a individuare in anticipo le aree su cui intervenire. Per molte piccole realtà questo approccio rappresenta un primo passo verso una gestione più consapevole, che nel tempo può tradursi in maggiore stabilità operativa.

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